domenica 13 giugno 2010

LIBRINFESTA - CRONACA DI UN APPUNTAMENTO (con intervista)



Si è svolto lo scorso mercoledì  il primo degli Aperitivi Letterariche si terranno per tutto il mese di giugno in occasione della manifestazione dal titolo Librinfesta.  Nel corso della rassegna realizzata in collaborazione con la casa editrice Einaudi, si alterneranno scrittori affermati ed emergenti, introducendoci alle loro opere ed al loro modo di concepire la letteratura.
Tra i tavolini del famigerato Village in Via de Lollis ha avuto luogo l’incontro con i primi tre scrittori ospiti dell’evento: Silvia SantirosiDavide Dalmiglio e Michele Fianco.
A farla da padrona è stata la poesia. Tutti gli autori, infatti, hanno presentato le loro raccolte di componimenti in versi introdotti dal prof. Francesco Muzzioli, docente di teoria della letteratura presso la nostra Facoltà di Lettere. Il professore ha presentato i primi due come scrittori «senza tendenza», dal momento che la loro giovane età li vede nascere come autori in un momento storico privo di correnti letterarie vere e proprie.
È stato Dalmiglio il primo a presentare la sua raccolta di poesie dal titolo Nuvole a vapore di cui ha letto alcuni brani. La giovanissima curatrice della manifestazione, Francesca Fioretta, ha descritto l’opera come una «passeggiata compiuta  fuori e dentro sé stesso» , nella vita comune e nella propria anima. Dalmiglio usa un linguaggio vorticoso e spiazzante: talvolta il ritmo si accelera e dà spazio all’ironia ; talvolta invece si rallenta e colui che prima passeggiava, ora si siede e guarda dentro di sé, anche nella parte vietata ai minori e fatta di corporalità.
Quando chiedo all’autore come un giovane possa affacciarsi al mondo della letteratura , questi mi risponde che ci troviamo in una «situazione imbarazzante» in cui se non si fa un tipo di letteratura commerciale non si vende ed è di certo difficile vivere del mestiere dello scrittore. Comunque, per lui la poesia resta un «laboratorio di ricerca, di sperimentazione linguistica» molto di più di quanto non lo sia la narrativa.
A seguire, la giovane autrice Silvia Santirosi ha letto alcuni brani tratti dal suo Istantanee. Il  titolo stesso dell’opera  ci dice che non si tratta di una raccolta autobiografica ma piuttosto di una registrazione, di una fotografia della realtà mediante delle istantanee. Citando la Rosselli, l’autrice stessa ci dice che la poesia «non deve essere una confessione ma ricerca della verità». Dalla presentazione che la Fioretta fa di Istantaneeemerge il fatto che siamo davanti ad un libro bisezionato : in maniera ossimorica viene affrontato nella prima parte il tema della solitudine,  abbandonata nella seconda parte in cui l’autrice parla del rapporto con l’altro.
Come la Santirosi stessa mi dice, la poesia è da lei scelta sia perché esprime i concetti per immagini (tanto care all’autrice la quale è anche illustratrice), sia per una questione di forma. La poetessa preferisce,infatti, le forme brevi anche in narrativa. Alla mia domanda ‘cosa consiglia ad un giovane scrittore per farsi strada nel mondo della letteratura?’ lei mi risponde: « Innanzitutto leggere. Oggi tutti vogliono scrivere ma nessuno legge. E poi non pubblicare mai a pagamento e darsi molto da fare, far girare tanto le proprie opere».
In ultimo, e non per ordine di importanza, il poeta e musicista Michele Fianco, il quale ha interpretato alcuni brani tratti dal suo Best of… con l’accompagnamento musicale del sassofonista  Giorgio Cuscito. L’opera si presenta, infatti, come una raccolta dei risultati della sua ricerca verbale dal 1990 al 2008 racchiusi in un libro corredato da un cd. Qui l’autore recita parte delle sue poesie, alcune  tratte da Versi in via di liberazione, su note di musica jazz.
Fianco mi spiega che per lui  i versi sono «il territorio in cui convergono varie forme artistiche» : la musica sta nella metrica così come le immagini sono evocate dalle parole. Del resto, la narrativa è un linguaggio più comune, anche la tv fa narrativa. A differenza degli altri due autori, Fianco trova che i giovani scrittori di oggi siano più intraprendenti di quelli adulti, il che  da un lato è apprezzabile ma dall’altro lascia un po’ perplessi . Infine,  l’autore consiglia ai giovani scrittori di approfondire le proprie conoscenze, allargare i propri orizzonti: «evitare di specializzarsi poiché si rischia di diventare sordi per il resto».

Maria Flavia Vecchio

1 commento:

Anonimo ha detto...

sììììììììì!