mercoledì 27 maggio 2009

"Patria. 1978-2008" di Enrico Deaglio (Il Mattino 27-05-2009)

Ho iniziato a leggere Diario quando frequentavo il liceo. Anni dopo mi ritrovo a intervistare Enrico Deaglio. Una chiacchierata all'insegna delle parole di Amos Oz: "nella sala operatoria i pazienti sono pronti, ma i chirurghi hanno paura".
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Il fatto che racconta meglio la città di Napoli degli ultimi trent’anni? Enrico Deaglio non ha dubbi: «Dopo il terremoto del 1980, Joseph Beuys venne invitato a fare una performance da Lucio Amelio. L’artista tedesco andò in giro per una settimana comprando dai vari rigattieri della città oggetti vari. Li raccolse in uno stanzone, disponendoli in un equilibrio molto precario: la damigiana che reggeva una sedia, per dire. Poi, con una piccola spinta, fece crollare tutto: ecco quest’immagine è perfetta secondo me per rappresentare la città di Napoli». Una raccolta di nomi, eventi, luoghi, particolari degli ultimi trent’anni della storia italiana: è Patria. 1978-2008 di Deaglio (Il Saggiatore pagg. 942, euro 22: oggi alle 18 l’autore ne parlerà alla Feltrinelli di piazza dei Martiri con Giuseppe Montesano e Francesco Barbagallo).
Deaglio, il libro è un vero e proprio viaggio di esplorazione di cui il titolo funziona un po’ come una bussola.
«Sia nei momenti in cui sono stati forti i sentimenti e le passioni collettive, sia in fasi come quella attuale fatta di divisioni e individualismi, di dispersione totale con l’unificazione intorno a un capo, quello che non è cambiato è la Patria appunto».
Perché iniziare proprio dal 1978?
«Il rapimento e l’uccisione di Aldo Moro rappresentano la svolta in cui finisce una certa Italia e inizia un rapporto diverso, di vicinanza, tra il crimine e il potere: un vero e proprio stravolgimento del concetto di Stato».
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Sul sito de Il Mattino per il resto dell'intervista.