mercoledì 27 gennaio 2010

L'orrore raccontato ai bambini: tutte le domande da tramandare

(Il Mattino, 27 gennaio 2010)
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«Scrivere per ragazzi - diceva Dino Buzzati - è come scrivere per gli altri, solo più difficile». Quando poi i temi trattati sono la morte, la violenza, il dolore privato e collettivo, la Shoah, la questione si fa ancora più spinosa e intricata. Come raccontare ai bambini che il XX secolo, «secolo breve» ma denso di tragedie, è stato lo scenario di uno sterminio dai numeri e dalle modalità spaventose? Quali sono, se ci sono, le parole per dirlo? Senza contare che il nostro è un mondo in cui «è il passato a cambiare continuamente, mentre il futuro ci appare sempre più predeterminato», come scrive Aleida Assmann in un saggio di prossima pubblicazione sul Lettera Internazionale. La storia, poiché forma anch’essa di memoria, è soggetta a revisione, ma perché sia ancora magistra vitae, occorre continuare a tramandarla. Ecco allora studi, narrazioni, approfondimenti, indagini. Ma torniamo ai bambini. La casa editrice romana Orecchio Acerbo propone in questi giorni L’albero di Anne (trad. di Paolo Cesari, pagg. 36, euro 14), un albo illustrato in cui le parole della bibliotecaria francese Irène Cohen-Janca danno voce a un ippocastano, prossimo all’abbattimento, vissuto per centocinquant’anni in un giardino al 263 di Pronsengracht. Da questo «condannato al silenzio» ascoltiamo la storia del «male terribile che sessant’anni fa ha invaso il mondo» causando la morte di milioni di persone, tra cui Anne Frank. Una narrazione parallela è quella delle illustrazioni di Maurizio Quarello: matite leggere spruzzate di macchie di colore gialle come la stella di David che, in una doppia pagina senza parole, letteralmente ingabbia gli ebrei; rosse come gli alberi di un’Amsterdam vuota quasi fosse disabitata o come le bombe che cadono distruggendola; nere come le divise delle SS che il 4 agosto del 1944 portarono via Anne Frank e la sua famiglia.
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