sabato 18 dicembre 2010

La conoscenza dell'amore

(Via Pò, 18 dicembre 2010)
Poesie per anime gemelle, un'antologia curata da Francesca Pansa

- L'illustrazione è un mio disegno di tanto tempo fa...


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Un lungo racconto d'amore nei versi di grandi poetesse e grandi poeti: è questo il sottotitolo di Poesie per anime gemelle (Newton Compton, pp. 334, euro 7,00) raccolta curata da Francesca Pansa. Due le sezioni che compongono questa antologia poetica tutta dedicata ai contemporanei: le "Fate Sapienti" e gli "Apprendisti Stregoni", uomini e donne che cantano l'amore dal punto di vista dell'amante o dell'oggetto amato, di entrambi o di nessuno. E due sono le cose che saltano subito agli occhi: il chiaro riferimento al calendario letterario, da lei stessa ideato nel 2003 e riproposto ogni anno con varianti e reinvenzioni, e l'idea di magia. Le considerazioni del poeta romantico Percy Bysshe Shelley sono state, infatti, la stella polare che ha orientato la rotta di Francesca Pansa, un percorso che non mancherà di risvegliare dubbi e perplessità nel lettore: quello meno iniziato alla poesia si troverà a confrontarsi con una specie di elenco telefonico, vista la totale mancanza di riferimenti biografici e critici riguardo agli autori. Quello più smaliziato non potrà fare a meno di notare gli illustri assenti e l'abbondanza di componimenti inediti.
Cos'è l'amore? chiede a Idò - il suo amato - nel componimento Ecc. ecc. la poetessa israeliana Dalia Rabikovitch. Facciamo un passo indietro allora e torniamo all'idea che si vuole veicolare attraverso questa antologia: amore come "innato bisogno o facoltà, forza potente" che invoca ed esige la sua anima gemella. Dunque un fatto di corrispondenze, più o meno segrete, e d'incontri di luoghi e tempi. Un'idea che, se si guarda ancora più indietro, richiama alla mente il mito che Platone fa narrare ad Aristofane nel Simposio. Il compimento dell'amore sarebbe, quindi, il ritrovamento della persona amata. Eros, il dio dell'amore, sarebbe motore di ricerca di ciò che già da sempre ci appartiene. Una visione certamente consolante, ma distopica. La raccolta in esame si apre con un componimento di Wislawa Szymborska, premio Nobel per la Letteratura nel 1996: "Che se ne fa il mondo di due esseri/ che non vedono il mondo?". E, infatti, nemmeno il dialogo platonico si ferma alle considerazioni di Aristofane: è il turno di Socrate che inizia a raccontare agli altri commensali gli insegnamenti diLa conoscenza dell’amore Poesie per anime gemelle, un’antologia curata da Francesca Pansa
Diotima, la straniera di Mantinea. Eros, figlio del dio Poros (l'espediente, la capacità di perseguire ciò a cui si aspira) e della mendicante Penìa (la povertà), sarebbe invece "un grande demone", ossia qualcosa che sta a metà fra gli dei e i mortali permettendo la comunicazione tra i due mondi. Una tensione rivolta all'Altro da sé, dunque, non alla propria semplice versione complementare e speculare. L'amore redime la carne, perché "unità della dispersione", ragione della follia del corpo. E la follia peggiore del corpo è la morte.
Ma ancora non c'è una risposta alla domanda, "cos'è l'amore?". Può la poesia insegnare la conoscenza sull'amore? Né le Fate né gli Stregoni hanno la risposta da offrire ai comuni mortali. Si sommano, si mescolano le voci, le esperienze descritte, i pensieri. E quello che resta, alla fine, è solo la parola: vuota per eccesso di significato e per difetto di vita.
 
AA.VV., Poesie per anime gemelle (A cura di Francesca Pansa), Newton Compton, Roma 2009, pp. 334, euro 7,00
Silvia Santirosi
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