domenica 6 settembre 2009

Eyal Weizman, Il male minore, Nottetempo 2009 (Il Mattino 06 settembre 2009)

«Un atto di aggressione in un contesto di colonizzazione, occupazione e assedio». Sono queste le parole che Eyal Weizman usa ne Il male minore (Nottetempo, pp. 104, euro 7,00) per definire l’attacco di Israele a Gaza durato ventidue giorni tra il dicembre 2008 e il gennaio 2009. Una presa di posizione dura e precisa di fronte alla definizione ufficiale di «azione di autodifesa» che ha causato la morte di 1300 palestinesi e 13 israeliani (una proporzione di 1 israeliano ogni 100 palestinesi) e la distruzione di circa 20mila edifici. «Quando misure eccezionali vengono normalizzate» continua Weizman nel secondo dei due saggi che compongono il libro «possono venire applicate più frequentemente» con l’effetto di abbassare la «soglia di orrore» e di innalzare quella della violenza. Perché, come scriveva Hannah Arendt, «chi sceglie il male minore dimentica rapidamente di aver scelto a favore di un male».
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