mercoledì 2 marzo 2011

Francia. Lo Stato ha comprato "Le Tre Grazie" anche con un euro

E il quadro è di una bellezza folgorante...
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(Il Mattino, 2 marzo 2011)
 


«Siamo ben lontani dai pezzi del Muro di Berlino, occasione in cui ciascuno ha voluto un po’ di polvere della storia nel suo salotto personale. Con Le Tre Grazie si tratta di conservare l’opera in una teca del Museo del Louvre, per la fierezza di ogni donatore»: così Frédéric Mitterand, Ministro della Cultura e della Comunicazione, commenta l’acquisizione da parte dello Stato francese dell’opera di Lucas Cranach il Vecchio. Questo piccolo pannello in legno, mai esposto in pubblico perché fino ad oggi proprietà di collezionisti privati, sarà presentato al pubblico eccezionalmente alla galleria Medici (nella Sala Richelieu al secondo piano del Louvre) dal 2 marzo al 30 maggio prima di raggiungere nella Sala 8 le altre tele del genio del Rinascimento tedesco del XVI secolo (tre ritratti, una tela a soggetto mitologico e una Venere). Un successo, dunque, la campagna di sottoscrizione e finanziamento lanciata il 13 novembre scorso. Si tratta di un modello piuttosto diffuso nei paesi anglosassoni, ma non in Francia. E a questo esperimento, hanno risposto in più di 7000: la cifra di un milione e duecentomila euro sui quattro necessari (il resto era già stato raccolto anche grazie al mecenatismo d’impresa) che mancava per la sua acquisizione è stata presto raggiunta. Le cifre si sono aggirate da 1 a 1500 euro, con picchi di donazioni da 10000 e 40000. L’età media dei donatori si è aggirata intorno ai 56 anni, con il più giovane che ha oggi qualche settimana e il più anziano 101 anni. E dopo aver dato qualche numero per dare l’idea dell’operazione, torniamo al quadro.
Le Tre Grazie, come allegoria dell’abbondanza, dell’allegria e dello splendore, sono un soggetto trattato fin dall’antichità. Lucas Cranach il Vecchio, artista influenzato tanto dal realismo dei pittori del Nord quanto dall’immaginario più voluttuoso della pittura italiana, offre in questo pannello del 1531 una variazione sul tema tutta personale e ironica: alcuni studiosi pensano, infatti, a un elogio delle virtù teologali (Carità, Amicizia, Fedeltà) pieno di un sensuale e raffinato erotismo di corpi nudi adornati da collane e cappelli, piuttosto che al simbolismo di cui abbiamo appena parlato. Maestro nella rappresentazione del corpo femminile esaltato in quest’opera dall’assenza di paesaggio di fondo e dal colore piatto e scuro, ogni elemento è curato nel dettaglio: gli chignon, gli occhi, le gote rosee, i nasi. Per non parlare della composizione, audace e un po’ fuori dagli schemi. 
Silvia Santirosi