mercoledì 28 ottobre 2009

Milena Agus, La contessa di ricotta, Nottetempo, 2009

La contessa di ricotta e le sorelle immobili
(Il Mattino 28 ottobre 2009)

«Un mio amico ha fatto delle fotografie del quartiere di Castello, le stesse che faccio io, ma soltanto con la mente e con lo sguardo, e dentro quelle immagini ho visto agire i personaggi». Così raccontava Milena Agus poco più di un anno fa, anticipando qualcosa del suo nuovo libro La contessa di ricotta (Nottetempo, pp. 136, euro 13,50). La storia è semplice: le vite ordinarie di tre sorelle - Noemi, Maddalena e la contessa di ricotta appunto - e di tutte le persone che gravitano loro intorno. Il tutto si svolge a Cagliari, quartiere Castello, in un palazzo nobiliare «costruito nel Seicento» e «ricevuto in dono dal re, insieme al titolo» di cui abitano gli unici tre appartamenti ancora di proprietà della famiglia. Una vera e propria triade tutta al femminile con «lo spirito» incarnato dalla maggiore Noemi, giudice e zitella, che sogna di ricomprare gli interni venduti a causa dei successivi fallimenti, e con «l’anima» (di ricotta) dalla contessa senza nome proprio. E poi c’è Maddalena, «il corpo», espressione di una fisicità prorompente: diversi gli incontri sessuali con il marito, descritti al solito con dovizia di particolari, eppure sterile. Fatta forse eccezione per Noemi, l’unico personaggio davvero dinamico, questa triade è più o meno immobile, anche se squassata a vario titolo dall’amore che arriva, o non arriva. Un sentimento che non salva, non migliora, non rende più bello il mondo: «Nessuno ama davvero e chi ama non ama spassionatamente, ma sempre per qualcosa».
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