lunedì 19 aprile 2010

Il sottobosco frustrato del pianeta libro

(Via Pò, 17 aprile 2010)
_________
"In più di nove casi su dieci" sosteneva il George Orwell recensore, "l'unico commento critico oggettivamente corretto sarebbe: 'Questo libro non vale niente', mentre la vera reazione del recensore dovrebbe essere: 'Questo libro non mi interessa per niente e, se non fossi pagato per farlo, non scriverei neanche un rigo". Ecco. Si potrebbe anche finirla qui a proposito di Céline è fuori stanza, l'ultimo libro di Maurizio Makovec. Ma sarebbe troppo facile delegare alle altrui parole l'onere della critica. E allora vediamo di argomentare.
Dopo un saggio su Céline (Céline e l'Italia, Settimo Sigillo 2005) e l'affresco narrativo del mondo accademico in Lacchè, fighette e dottorati (Clinamen 2003), ecco un metaromanzo, la storia di come Fernando Letizia, il protagonista, arriva a pubblicare il suo libro. Ma la strada del successo di critica e lettori è lastricata di dolore. Le grandi case editrici non rispondono o inviano lettere di rifiuto prestampate, quelle medio-piccole o non hanno soldi da investire o li chiedono agli stessi autori, pervertendo il mestiere stesso e saturando il mercato con delle vere e proprie patacche. E che dire dei critici, professori universitari o meno, dei recensori? Dove sono i "Maestri"? Per non parlare degli agenti letterari, soprattutto di quelli piccoli. Un merito, diciamo sociologico, questo libro ce l'ha. Descrive con tassonomica passione il sottobosco che conoscono molto bene tutti quelli che gravitano intorno al pianeta libro. La questione però è un'altra: il vero protagonista è quel popolo di autori, ma non lettori, che credono di essere dei geni solo perché hanno sfogato sulla carta il loro piccolo ego narcisista e frustrato. E, ovviamente, si sentono incompresi. I dinieghi non sono sopportabili per la loro pretesa di autoaffermazione. "Ecco qua, il giovane scrittore" dice Fernando Letizia, "uno come me, perfetto, con la sua opera dissacrante e anticonformista, così moderna e divertente, deve stare a elemosinare come un
pezzente. Io!"
_________
Sul sito di Via Pò per continuare a leggere.